REPLICA ALLA CRITICA DI PATRIZIA FIORENZATO - di Antonio Crepaldi

Su segnalazione ho letto la critica alla dispensa del corso di aggiornamento per giudici di bobtail ed al corso stesso. L'autrice non fa altro che esercitare il suo sacrosanto diritto giornalistico di critica ma da qui a dire che si tratta di giornalismo e che lo condivido totalmente ne passa. D'altronde soltanto chi non fa niente e si limita appena a dire, col senno di poi, che quella cosa doveva farla qualcun'altro, non offre materiale alla critica. Riguardo a quanto scritto nella critica in oggetto, condivido solamente ciò che riguarda le due foto non ortodosse dovute alla mia scarsa abilità al computer. Se ne sono accorti tutti ma soltanto l'autrice in oggetto, evidentemente ritenendo poco sveglio chiunque altro, ha brillantemente deciso di evidenziarle nel proprio sito, forse anche perchè a corto di argomenti per ampliare la critica, salvo eventuali ulteriori sorprese. La netta maggioranza degli altri che hanno avuto in mano la dispensa hanno capito il contenuto, perché il contenuto è sempre da preferire alla forma della presentazione (comprese le strane linee non piaciute all'autrice della critica, ma purtroppo non sono neanche un disegnatore o un geometra, ma solo un giudice abilitato al bobtail con l'ampliamento di pochi mesi prima, come ha tenuto a ben specificare la stessa per chi ancora non lo sapeva): certo che una mia maggior abilità al computer mi avrebbe permesso con il power point di "stupirvi con effetti speciali" (come dicevano in una nota pubblicità televisiva). Chiedo scusa, pertanto, per il mio errore! In proposito, conseguentemente, "scagli la prima pietra" chi non ha mai sbagliato. Pardon, è già stata scagliata dall'autrice della critica, evidentemente convinta di essere perfetta (come Gesù Cristo o, secondo qualcuno, come Silvio Berlusconi e sono già in tre, dei quali due tuttora viventi. Dio perdoni questa mia bestemmia!). Nessun'altro, però, come dicevo, si è preso la briga di criticare in merito, salvo ritardatari che, tuttavia, sono già stati anticipati dallo scoop "giornalistico" dell'autrice della critica in oggetto (se non vincerà il premio giornalistico Pulitzer, certamente vincerà quello di Ischia). Sicuramente attirerà qualche visitatore in più al sito che lo contiene, ma ciò non toglie il pessimo gusto di evidenziare soltanto gli errori del lavoro altrui (si chiama: critica distruttiva), viceversa senza nemmeno una riga per le cose positive (può darsi che l'autrice della critica non ne abbia visto nemmeno una, ma giuro che qualcosa di positivo v'è stato, come mi ha detto qualcun'altro, a cui credo di più, anche se questi dovrò "rimproverarli" per non averlo scritto da nessuna parte, ma si sa che, per accontentare e meravigliare i propri seguaci, chi non ha nulla da fare tende a scrivere solamente delle cose errate). Non mi sembra che ci sia nient'altro d'importante da dover prendere in considerazione, se non per accontentare l'autrice della critica e chi la vede come lei (magari offro dell'altro materiale da criticare così qualcuno trova il proprio passatempo). Ragion per cui, mio malgrado, sono costretto a specificare quanto segue:
- i giudici presenti al corso del bobtail erano in numero maggiore rispetto ai corsi di altre razze più o meno di pari diffusione (il problema, come si suol dire, sta nel manico, poiché riguarda l'Enci); per esempio, anche il corso del pastore della Brie tenuto nell'ambito dell'esposizione di Gonzaga ha visto scarsa partecipazione di giudici, con un noto giudice all rounder che si è addirittura subito addormentato e gli altri che se ne sono andati dopo poco, nonostante che il relatore fosse il più noto allevatore e giudice francese (paese d'origine) della razza, tra l'altro autore della revisione ufficiale dello standard (ma allora a cosa serve far venire a relazionare ad un corso in Italia il maggior specialista al mondo di una data razza, visto che i colleghi italiani non lo seguono; il sottoscritto, tuttavia, era presente a quel corso, nonostante sia stata la seconda volta che ho seguito quel giudice francese, così com'ero l'unico - sì, proprio l'unico! (ovviamente, tranne gli organizzatori) - giudice d'esposizione presente ad un'altro corso del Briard tenuto da un'altro specialista francese che giudica raduni in tutto il mondo, il quale, tra l'altro, mi ha preso in simpatia e mi ha chiamato dentro il ring al raduno del giorno dopo);
- i giudici presenti al concomitante raduno delle razze italiane proprio nell'orario in cui si è svolto il corso ovviamente erano impegnati a giudicare nel ring d'onore, perciò anche se avessero voluto assistere al corso del bobtail (ammesso che siano interessati a questa razza) non potevano certamente esserci perché non dotati dell'ubiquità; altri giudici presenti a bordo ring del raduno delle razze italiane francamente non ne ho visti, tranne una collega che ha esposto gli spinoni (che giudica solo lo spinone) ed un'altro collega che ha fatto un assistentato, il quale, però, non era ancora interessato al bobtail perché in quel periodo non sapeva che in futuro sarebbe stato nominato all rounder;
- i giudici che se ne sono andati via dal corso del bobtail prima della fine hanno avuto in seguito la cortesia (sono stati educati) di giustificarsi con il sottoscritto (evidentemente non si sono giustificati con l'autrice della critica); i giudici giunti in netto ritardo (praticamente al termine) avranno avuto i loro contrattempi, ma ho visto che hanno fatto in tempo ad intervenire nonostante non abbiano seguito l'intero corso (si sa, però, che esiste la chiaroveggenza e che qualcuno ha sempre con sé la palla di vetro);
- altri tre giudici hanno giustificato la loro assenza (due al sottoscritto e l'altro alla società specializzata); per tutti gli altri assenti dovrebbe valere il consueto motto che "gli assenti hanno sempre torto", ma stavolta per fortuna loro, come fa Zorro, duellando ed infilzandomi con la spada (ho la "F" nei pantaloni sul sedere), è intervenuta l'autrice della critica a giustificarli, liberandoli dalla tortura che avrebbero ricevuto nel seguire la mia relazione e dall'orrore della dispensa (mi sa che dai miei colleghi giudici prenderò le botte dato che a mie spese ho spedito a molti assenti la dispensa stessa e la nuova traduzione dello standard);
- si ricorda, poiché pare che l'autrice della critica lo ha trascurato (cosa piuttosto grave), che il corso in oggetto, con l'argomento trattato ed il sottoscritto relatore, è stato autorizzato dall'Enci, per cui lo schiaffo morale, di cui incautamente parla la stessa, lo dovrebbe imputare allo stesso Enci, per cui si abbia il coraggio di criticare apertamente il nostro ente centrale, assumendosi la responsabilità e le conseguenze delle proprie azioni; infatti, si sa bene che l'Enci è sovrana sulle associazioni specializzate al punto che se queste commettono fatti impropri vengono puntualmente commissariate, ma ciò non è avvenuto con Bobtail Italia;
- l'associazione specializzata, con la collaborazione del sottoscritto (ovviamente, completamente gratuita, come in ogni occasione, compreso il corso e il giudizio al raduno di Erba), viceversa all'autrice della critica, si è assunta anche gli oneri di rispondere a tutte le richieste tecniche inoltrate dall'Enci, con il plauso dell'ente per la tempestività con cui Bobtail Italia, rispetto ad altre associazioni specializzate anche più grandi, ha saputo provvedere a quanto richiesto, così evitando il commissariamento che sarebbe stato inevitabile senza rispondere a tali adempimenti (il commissariamento che fu dato alla società del pastore tedesco ne è l'esempio);
- il mio libro sul bobtail non è come il problema irrisolto se "è nato prima l'uovo o la gallina": il libro contiene gli atti integrali del corso, per cui, tranne per chi si ostina a sostenere il contrario, a tutti gli altri appare chiaro che è nato prima il corso ed il libro ne è stato la conseguenza, anche per il semplice fatto che di mestiere sono scrittore ed editore (con annesse tasse da versare allo Stato);
- non vedo cosa ci sia di male a pubblicizzare un libro che, peraltro, contiene gli atti integrali del corso stesso;
- mi sembra che la pubblicità del proprio lavoro la facciano anche gli allevatori: l'autrice della critica forse non pubblicizza le proprie cucciolate? Mi sembra giusto che lo faccia!
- da quel profilo dell'autore sono sparite alcune frasi perchè, come la stessa autrice della critica potrà "appurare", altro non è che il contenuto del profilo dell'autore presente a pagina 4 del libro che, per questione di spazio (bisognava farlo stare entro una sola pagina, per cui ho preferito togliere proprio quelle frasi e lasciare quelle che ho ritenuto più significative del mio profilo), è stato "depurato" (evidentemente l'autrice della critica legge solo ciò che gli fa comodo);
- appare chiaro che leggendo il testo completo della quarta di copertina del libro risulta che la frase: "Ha organizzato due raduni di campionato sociale del bobtail... ecc." è riferita a mia cugina (sostenere il contrario significa interpretare personalmente un testo altrui); peraltro questa frase è stata tolta dal profilo dell'autore perché già presente nella quarta di copertina;
- non è una colpa avere una cugina segretaria del club o un cugino giudice; c'è chi ha parentele ancora più strette, con giudici come mariti, mogli, figli o genitori, ma gli altri, probabilmente, non avranno nessuno che li critica per questo;
- ho anche uno zio dirigente dell'associazione internazionale del mastino napoletano ma nessuno mi ha mai criticato per questo; anzi mi considerano uno specialista della razza nonostante che c'entro con il mastino napoletano solo perché sono il nipote di un dirigente Atimana, tant'è vero che hanno cominciato a chiamarmi per giudicare raduni all'estero, anche perché sanno apprezzare il mio libro su tale razza;
- meno male che l'autrice della critica non si è arbitrariamente permessa di criticare la mia competenza anche nelle altre razze cui sono abilitato; mi chiedo: ma chi è l'autrice della critica che si permette di minare la mia reputazione e la mia onestà?;
- sono tuttavia lusingato che la stessa autrice della critica nel proprio sito si congratula con un soggetto che ha ultimato il campionato italiano con un mio cac in raduno, ma secondo lo stile che ormai gli riconosco ha pensato bene di non evidenziarlo per non contraddirsi.
Per il resto lascio pure che l'autrice della critica si diverta ad ironizzare - e faccia divertire i suoi lettori che la vedono come lei (ammetto, però, che ho sorriso anch'io e per far ridere me vuol dire che l'autrice della critica ha un futuro come autrice comica, oltre ad essere contagiosa, dato che ha fatto cadere nell'ironia pure me, come si legge più sopra e sotto) - sul fattore delle orecchie: evidentemente non si è accorta che non sono io a richiederle piccole, bensì è lo standard ufficiale. Se lo standard richiede così ci sarà pure una ragione, per cui non mi resta che attendere che l'autrice della critica trovi il tempo di spiegarla, visto che, secondo lei, io non ci sono riuscito. Sono sicuro che con le sue indicazioni l'allevamento del bobtail troverà la giusta strada anche riguardo alle "insignificanti (?)" orecchie! Dubito, tuttavia, che ci riesca (ma almeno spero che faccia ancora ridere, perchè ne ho sempre bisogno) dato che dal punto di vista tecnico lascia a desiderare: sostiene che togliendo uno o due centimetri di lunghezza al muso questi devono finire nella lunghezza del cranio - e, conseguentemente, anche nella larghezza del cranio stesso - affinché la lunghezza totale della testa resti invariata al 40 % dell'altezza al garrese (Miracolo!!! Le leggi biometriche ubbidiscono solo all'autrice della critica e, togliendo di qua ed aggiungendo di là, agiscono a suo comando, a questo punto rendendola più potente della genetica. Nemmeno Mendel, anche dotato delle moderne biotecnologie, riuscirebbe a farlo con altrettanta facilità). Ciò dimostra che mancano cognizioni sulle leggi biometriche (una vera e propria scienza, per di più matematica, quindi rigorosa e non opinionistica, non certo inventata dal sottoscritto e non opinabile da chicchessia!) ed esperienza su altre razze canine e su altre razze di specie animali selezionate in allevamento (si tratta di un indirizzo assunto da molti, che si concentrano soltanto sulla propria razza diventandone specialisti per forza, ma peccano in tutto il resto, pur se hanno ugualmente il coraggio di affrontare tematiche dove dimostrano le proprie pecche), con tecniche ben superiori a quelle applicate nell'allevamento canino. Tutti sanno (l'esperienza lo insegna) che quando il muso è corto si raccorcia la lunghezza totale della testa, ovviamente tranne eccezioni più uniche che rare che non fanno statistica ma casistica (si vede che la selezione operata nell'allevamento dell'autrice della critica sarà "eccezionale"). Non si può, d'altronde, pretendere di più da parte di chi scambia l'ipotipo per l'ipertipo e viceversa, anche perchè l'ipertipo come descritto dall'autrice della critica non è mai esistito in alcuna razza canina ed in nessun'altra razza delle altre specie animali selezionate in allevamento (a meno che lo stia per inventare l'autrice della critica, per cui non capiscono nulla tutti i cinognosti e gli zoognosti rimasti nella storia e la storia deve fare spazio all'eccezionale scoperta scientifica dell'autrice in oggetto, al punto di meritare anche il Premio Nobel).
Detto quanto sopra, in futuro non spenderò più nemmeno un centesimo per connettermi in internet a siti con tali contenuti (mi interessano poco o niente) e mi asterrò dall'intervenire dopo critiche come quella in oggetto (se no per nulla una ciliegia tira l'altra e non si finisce più, tra l'altro perdendo tempo da dedicare ai nostri cani che non ci criticano mai), a meno che non si tenti ancora di offendere la mia reputazione e di tirare in ballo la mia onestà, che anche se l'autrice della critica sostiene sia inferiore a quella dei giudici che si vantano di giudicare internazionali, speciali e raduni (non vedo, però, cosa ci sia da vantarsi, dato che è solo una questione d'età e di tempo e prima o poi anche altri giudicano esposizioni importanti, peraltro come sto cominciando a fare anch'io), non è di certo inferiore a quella della stessa autrice della critica. L'augurio è che, come dovrebbe andare ogni cosa (purtroppo come va sempre più raramente, spesso solo per "partito preso"), si finisca a "tarallucci e vino", ma spesso dall'altra parte non si vuole fare amicizia e non si porge mai l'altra guancia, al punto che da una battaglia si passa alla guerra. Meditiamo! Non devo, però, farlo soltanto io.

Antonio Crepaldi

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Ho già ringraziato privatamente il Sig. Crepaldi per aver accolto il generico invito a commentare le considerazioni da me espresse sulla dispensa distribuita dall'Associazione per la tutela della razza Bobtail in Italia al corso per giudici e mi sono dichiarata felice di poter pubblicare il suo gradito intervento, perchè ritengo sia un bene per la razza Bobtail riprendere a confrontarsi apertamente, soprattutto se su posizioni diverse (ed è il motivo per cui ho dato avvio a questa sezione volutamente di dibattito!).

Detto questo, è evidente che il Sig. Crepaldi ha interpretato la mia analisi del documento diffuso, ripeto, dall'Associazione Specializzata (di cui sono Socia e con la quale ritengo un diritto/dovere interloquire) come un affronto personale e sarebbe oltremodo maleducato lasciar cadere le sue rimostranze nel vuoto, senza chiarimento alcuno…..

Perciò, appuntamento alla prossima puntata.

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